Il 12 maggio e il 14 maggio i ragazzi dei progetti “Culture Senza Confini”, “Edizione straordinaria 2” e “Giovani in scena” hanno avuto il piacere di partecipare ad una formazione a distanza del Centro Studi Sereno Regis di Torino, un’associazione di volontariato che promuove una cultura di pace contrastando la violenza in tutte le sue forme: diretta, culturale e strutturale attraverso la ricerca, l’educazione e l’azione.
La formazione, tenuta da Ilaria Zomer, ha trattato temi come la discriminazione e l’odio, soffermandosi sull’hate speech: un’espressione di odio e incitamento all’odio di tipo razzista, tramite discorsi, slogan e insulti violenti, rivolti contro individui, specialmente se noti o famosi, o intere fasce di popolazione (stranieri e immigrati, donne, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, disabili, ecc). Un odio che viene espresso e condiviso in rete, sui social network e che quindi è alla mercé di tutti, soprattutto dei più giovani. La divulgazione di questo linguaggio è, purtroppo, un rischio reale anche nel mondo fisico, e non solo in quello virtuale. Come ha tenuto a sottolineare la formatrice, questo fenomeno sfocia in alcuni casi in crimini e atti violenti.
I ragazzi hanno potuto constatare che, ad oggi, è molto difficile dimenarsi tra i principi del diritto di parola e la tutela delle persone, soprattutto in uno spazioinfinito come quello dell’Internet. È per cui fondamentale imparare a riconoscere e segnalare commenti di odio e violenza, per cercare di debellare questi atteggiamenti aggressivi in luoghi virtuali così tanto frequentati.
È stato importante, infine, vedere la partecipazione attiva dei volontari che, dopo la formazione, hanno deciso di impegnarsi in una ricerca attiva per individuare conflitti di questo calibro sul web, indagando sul target d’odio nelle varie zone del territorio.
Sicuramente la giornata ha dato riscontri positivi, ecco alcuni dei commenti dei volontari che hanno partecipato alla formazione:
L’integrazione e la partecipazione sono i leitmotiv della formazione del Servizio Civile. Quello che mi è particolarmente piaciuto, a parte l’approccio professionale e dedicato della presentatrice, è che tutti hanno la passione e il desiderio di ispirare e stimolare i giovani ad apprezzare le loro capacità, dando un esempio agli altri, creando insieme un mondo con una coscienza collettiva sempre più altruista.
Ho trovato questa formazione molto interessante per noi giovani del Servizio Civile. L’hate speech è un fenomeno purtroppo molto comune nelle nostre vite: basta aprire la prima pagina di un social network e scorrere i commenti delle persone. È per questo motivo che il tema andrebbe affrontato già nelle aule di scuola. Inoltre rispecchia i valori del Servizio Civile quali solidarietà, comunicazione non violenta e pace.