A cura di: Elvira Cafaro
Il team di Broken News ha avuto il piacere di conoscere meglio, seppur tramite videochiamata, Parole O_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole nato a Trieste. Su SoundCloud troverete l’intervista integrale.
Parole O_Stili: non è soltanto una questione di linguaggio, ma anche di stile
Grazie alla disponibilità di Tiziana Montalbano, Social Media e Digital Manager del progetto, abbiamo avuto modo di approfondire una delle tematiche principali della nostra iniziativa: l’hate speech. Parole O_Stili è un progetto nato nell’agosto 2016 da un’idea di Rosy Russo, fondatrice di “Spazio Uau”, un’agenzia di comunicazione con sede a Trieste. Tiziana Montalbano ci ha raccontato nel dettaglio la nascita di Parole O_Stili: “Spazio Uau è un’agenzia di comunicazione e gestisce la comunicazione e le pagine social di molti clienti. Quindi, un po’ dall’esperienza della gestione delle proprie pagine personali, dei propri profili, sia delle pagine aziendali che curavamo, ci siamo accorti che relazionarsi online diventava sempre più difficile, sempre più violento”. Tiziana ha spiegato che il secondo passo è stato chiedere ad esperti di comunicazione, marketing e giornalismo, che già facevano parte della rete di Spazio Uau: “Ma secondo voi in che modo possiamo imparare a relazionarci online diversamente?”. La stessa domanda è stata poi rivolta a “quel piccolo network” che inizialmente aveva l’agenzia di comunicazione triestina.
La nascita de “Il Manifesto della Comunicazione non Ostile”
I feedback ed i contributi ricevuti dagli utenti sono stati davvero tanti: “li abbiamo raccolti, riorganizzati, riamalgamati, rielaborati e sono nati 23 principi. Questi 23 principi sono stati pubblicati online e votati. Di questi 23 ne sono stati selezionati 10 che oggi compongono il Manifesto della Comunicazione Non Ostile, il perno di tutta l’attività divulgativa di Parole O_Stili”. La presentazione ufficiale di Parole O_Stili è avvenuta nel febbraio 2017 a Trieste ed in quella occasione è stato rivelato l’obiettivo del progetto e il perché della scelta del nome “Parole O_Stili”: il gioco di parole di Parole O_Stili evidenzia appunto il succo del progetto: “non è soltanto una questione di linguaggio, ma è anche una questione di stile, di come ci si presenta e di come ci si comporta e ci si relaziona con gli altri”. Il primo firmatario del Manifesto è stato Gianni Morandi.
Linguaggio d’odio online: riguarda solo le nuove generazioni?
Alcuni utenti tendono a mostrare online il loro lato peggiore, utilizzando un linguaggio che normalmente, nel mondo reale, non utilizzerebbero. Questo fenomeno riguarda tutti, sia le nuove generazioni, i cosiddetti nativi digitali, sia le fasce più adulte della popolazione. Tiziana ci ha spiegato che grazie a varie rilevazioni fatte in più occasioni con SWG, un’altra realtà nazionale ma con base molto triestina, è emerso che non è solo una questione di età, in quanto generalmente risultano essere le persone meno digitalizzate quelle che utilizzano meno bene il web e il mondo di relazionarsi online. “È una situazione molto complicata, però diciamo che la competenza e la consapevolezza sono alla base di tutti i lavori di Parole O_Stili”. Quindi bisogna essere consapevoli che quello che facciamo e scriviamo online ha conseguenze importanti anche nella cosiddetta vita reale.
Parola d’ordine: consapevolezza
Forse quello che manca, ancora oggi, è la consapevolezza che mondo reale e mondo virtuale sono ormai paralleli. “È vero che i social esistono da diverso tempo, però l’uomo non si è ancora abituato a sviluppare un rapporto con lo schermo, cioè con quello che a noi sembra un buco nero, un posto dove possiamo scrivere e le cose volano e cadono, appunto, in un buco nero, perché nessuno le leggerà, nessuno le considererà. E invece non abbiamo capito veramente, e lo dico un po’ per tutti, quanto quello che ci sembra un pozzo che non porta a niente, in realtà è la finestra più importante e più potente che abbiamo nei confronti del resto del mondo”. Come Tiziana ha sottolineato: “Non c’è differenza tra le parole dette oralmente e le parole scritte online. Manca soltanto la connessione visiva, poi per il resto è perfettamente uguale”.
Le categorie di persone più colpite dal linguaggio d’odio online
Lo scopo principale di Parole O_Stili è quindi ridefinire lo stile con cui le persone comunicano online. Per raggiungere al meglio tale obiettivo sono indispensabili le rilevazioni effettuate in collaborazione con SWG e con altri partner. Tiziana Montalbano ci ha spiegato che attraverso le varie rilevazioni sono giunti alla conclusione che: “le categorie più colpite, chiamiamole con una brutta espressione che non ci piace, ma è per capirci, sono le minoranze: donne, anche se minoranza non è, però è una categoria considerata più debole, immigrati, omosessuali e adesso, dall’ultima rilevazione che ha fatto SWG per noi, c’è un +12% rispetto al 2017, che è l’anno in cui abbiamo iniziato a fare una rilevazione, sulle persone di origine o di religione ebraica. Poi ovviamente sappiamo che anche sui temi della disabilità c’è molta ed inspiegabile violenza. Sono i soggetti più deboli, come in tutti i casi”. Tiziana ci ha inoltre parlato del nuovissimo progetto di Parole O_Stili, nato proprio grazie alle rilevazioni effettuate negli ultimi anni “Abbiamo pensato di creare le ultime declinazioni del nostro Manifesto, che è il Manifesto della Comunicazione non Ostile…e Inclusiva”.
Hate Speech: combatterlo è difficile, ma non impossibile
Il problema del linguaggio d’odio esiste, e colpisce un numero sempre maggiore di persone. Combatterlo è difficile, ma non impossibile. Parole O_Stili si propone di far riflettere su questo fenomeno e, di conseguenza, creare consapevolezza su quali potrebbero essere le possibili soluzioni. Anche per questo motivo è stato elaborato il Manifesto della Comunicazione non Ostile: “Il Manifesto è una piccola bussola personalissima. Non sono comandamenti, non sono regole, non sono leggi, ma sono dei consigli di stile, appunto per questo il gioco di parole <<non o_stile>>, sull’impegno personale di ognuno di noi che può fare quotidianamente quando è online”. Si tratta quindi di “scegliere le parole con cura”. Tiziana ha concluso affermando che: “Ovviamente non c’è una ricetta, una parola chiave, qualcosa che può dare la soluzione a tutto. È un lavoro lungo, è un lavoro impegnativo che si concentra su più fronti. Con il nostro Manifesto abbiamo cercato di dare un orientamento alle persone”.
*Immagine in evidenza: https://www.facebook.com/paroleostili/
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