A: Io ho lavorato in ufficio e anche in ricreatorio, e anche in reparto. In ricreatorio mi occupavo di lavorare con i bambini attraverso un progetto di cui la nostra associazione si occupa, cioè magari di laboratori creativi in cui i bambini fanno delle creazioni proprio e una di queste creazioni viene donato ai bambini in ricreatorio, un altro viene creato da loro e data ai bambini in reparto in ospedale. Io ho avuto il piacere di lavorare in reparto quindi in reparto di chirurgia.
B: Io invece a differenza sua non ho mai visto il reparto ancora, però io faccio un altro tipo di lavoro: lui lavora nell’area progetti io invece prevalentamente col contatto diretto con le aziende o il conteggio delle donazioni, e quindi mi occupo della parte di fundraising. Prevalentemente questo mese ho contattato penso un centinaio di aziende, individui che possono essere magari ad esempio notai, consulenti finanziari in maniera tale che ci potessero dare un pò di visibilità per i nostri progetti. Infatti io mi occupo del reparto di lasciti e della campagna natale. Diciamo che c’è molto lavoro dietro, molto estenuante, per fortuna non lo faccio da solo perché si parla di quasi mille contatti tra aziende di tutta la regione, ma anche liberi professionisti, una cosa molto difficile da star dietro. Per il resto faccio anche altre piccole attività, per esempio sistemo il sito web su richiesta di alcune mie colleghe, infatti mi hanno insegnato come si sistema un articolo, come si cerca di rendere una pagina un po più accattivante. Il mio collega si occupa della parte di design, quindi di grafica, io invece mi occupo proprio di sistemare le cose all’interno della pagina, e se no mi è capitato anche di fare delle trascrizioni di interviste alle famiglie che sono state ospitate da noi e anche quello è un lavoro molto complicato perché comunque non prendo parola per parola perché molte volte le famiglie parlano con una cadenza un pò più dialettale quindi bisogna tutto parafrasare, quindi a volte sono interviste di 5 minuti ma altre volte sono interviste di un ora o più e quindi bisogna prendersi con calma e sintetizzare, quindi non particolarmente semplice. Questa parte qua a me interessa perché comunque sono stato formato nella parte linguistica, invece le chiamate alle aziende trovo difficile. Noi chiamiamo le aziende fredde, quelle con cui non abbiamo nessun contatto. E la maggior parte delle volte questo contatto quando si chiama non sono molto cordiali. Ad esempio mi è capitato qualche giorno fa di contattare un azienda e io non conoscevo il titolare ma questo titolare aveva deceduto qualche anno fa, quindi l’abbiamo contattato e la signora era molto offesa dal fatto che l’avessimo chiamata. Di solito o ricevo dei no come risposta, oppure queste risposte che mi colpiscono molto negativamente. Siccome erano anni che noi gli inviavamo la stessa identica mail ad una persona che era già deceduta. E’ stata un esperienza un pò particolare. Suddividersi il lavoro non è semplice anche perché io avevo altri compiti da svolgere soltanto che c’era bisogno di fare queste chiamate quindi mi sono ritrovato a fare 60 chiamate in un giorno, difficile starci dietro mentalmente. Noi facciamo già collaborazioni per quanto riguarda il catalogo di natale, poi le aziende che sono interessate ci supportano attraverso donazioni. Attraverso le nostre campagne troviamo anche grandi donatori.
Ci si insulta a volte, tra colleghi abbiamo un tono molto scherzoso. Apparte questa cosa già raccontata del signore non abbiamo altri anneddoti.
Praticamente la gente porta i vestiti puliti e li portiamo fuori, mentre quelli sporchi li mettiamo nei sacchi e poi l’Acegas se li porta via.
Io parlo più del mio punto di vista perché il mio collega lavora nella raccolta fondi, io mi sono occupato negli ultimi mesi di una festa, la festa d’autunno, che poi ha visto la luce il 29 settembre, era una festa al castello di Suas in Friuli in cui cercavamo di riunire operatori sanitari, donatori e anche le famiglie che sono state ospitate da ABC o anche nel reparto di chirurgia, a stare insieme. E’ andato molto bene, c’erano tante persone. Dopodichè io mi occupo della progettuale, mi occupo di organizzazione o gestione di un database in cui inserisco delle anagrafiche delle famiglie e le donazioni da inserire all’interno del database, e poi mi sono anche occupato della gestione di alcune liberatorie della privacy che è stato difficile perché ci sono stati alcuni problemi: ad esempio alla festa io dovevo chiedere a tutti quanti nome e cognome e sapere se avevano firmato il modulo delle foto. Era difficile andare dalla fotografa e dirle per favore non fare foto a chi non voleva farsi fare le foto, poi era difficile perché era pieno di gente quindi dovevo chiedere il nome e tutto quanto, e alla fine qualcosa non è riuscito, però poi siamo riusciti a riprendere tutto quanto.
La festa in realtà, mi sentivo un po’ un bambino in una festa per adulti e quindi ero abbastanza timido rispetto a chi c’era la, però poi ho parlato un pò con la fotografa, in sè l’ambiente era piacevole.