A: Noi facciamo percorsi per crescere insieme con il CEST, siamo in sedi diverse e facciamo cose diverse. Io sono in via Madonna del Mare, sono con ragazzi più giovani, andiamo al mare, siamo andati a barcola, abbiamo in sede una cucina quindi spesso cuciniamo, spesso ti fai indietro per rendere i ragazzi autonomi. Un po’ come a casa. Andiamo al PAG, e andiamo a giocare a ping pong o a fare attività di pittura, e poi abbiamo fatto delle attività tipo una mostra fotografica alla sala FITCHE che è piaciuto molt. Poi ci sono altri progetti, siamo andati a vedere una mostra fotografica quella sull’amazonia, al salone degli incanti.
B: Il nostro non è un centro dove si insegna ad essere autonomi perché hanno una certa età, noi abbiamo dai 37 a più di 50, li portiamo al mare, si fa in gruppetti, non è che tutti fanno contemporaneamente le stesse cose, poi li portiamo a repen dove hanno un orto ergonomico, cosi anche le persone in carozzina possono lavorarci. Adesso non facciamo chissa che attività perché fa molto caldo. Con settembre iniziano anche le attività un pò più sportive.
Ci sono tante cose ridicole. E’ difficile da dire perché bisogna conoscere proprio le persone, cosa fanno, le loro particolarità.
Ci sono le serate al PAG, a cui partecipiamo anche noi. Andremo in gita al lago di cavazz, una gita in canoa.
Le settimane si somigliano, lavoro con i disabili. Abbiamo le attività, sempre le stesse ogni settimana, che sono basket, giochiamo a bocce, poi ci sono attività come la spesa, attività interne quindi di cucina, hanno la piscina però a quello non ho ancora partecipato e basta.
Ci sono un pò di inside jokes. C’è un ragazzo disabile che è un po’ un personaggio, che sta sempre sul divano e vuole solo mangiare. Abbiamo comprato i divani nuovi e quindi il giorno prima sono venuti a ritirare quelli vecchi, e quando lui è entrato in centro che ha visto che non c’erano più i divani si è messo a piangere. Ha detto che ci sono uomini cattivi che vengono e portano via le cose.